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JULES CHERET 1

 

Parigi 1863-1932 Nizza.
Padre del manifesto moderno, autore dei primi pezzi litografici a colori. Produsse un’enorme quantita di lavori, in collaborazione con lo stampatore Chaix. Influenzato da Toulouse-Lautrec. 1857 Primi manifesti 1870 Imprimerie Cheret 1881 Imprimerie Chaix (Succursale Cheret)1890 Imprimerie Chaix (Atlelier Cheret) Stile pittorico con contorni schizzati. Protagonista la donna. Ha usato per molti anni la stessa modella. Composizione dinamica.Lettering che fa parte dell’immagine, elaborato, fantasioso; uso delle grazie.

Pittore e grafico. Nato a Parigi il 31 maggio 1838, morto a Nizza il 23 settembre 1932. Dopo una lunga esperienza litografica presso alcuni stabilimenti londinesi, Chéret torna a Parigi ed apre un suo stabilimento da dove usciranno i suoi circa 1.200 manifesti. Nel 1893, sotto l'influenza artistica di Toulouse-Lautrec, si allontana temporaneamente dallo stile dell'impressionismo, adottato sino allora, per seguire lo stile decorativo e aprospettico delmaestro di Albi. Ma ben presto ritorna prepotentemente all'impressionismo, per diventarne il più insigne rappresentante per quanto riguarda la cartellonistica di tutti i tempi. Il suo disegno vivace, con toni ora piccanti ora frivoli, seppe cogliere il clima dei salotti parigini dei varietà, delle canzoni e delle danze, mitizzandoli in uno dei suoi più ammirati manifesti, quello per la danzatrice Loie Fuller, il cui frufrù mescolava colori vivaci a perfetti accordi nel succedersi delle movenze.  Chéret fu l'inventore del manifesto moderno. Nel manifesto egli cercava 1 effetto immediato, trascurando l'informazione scritta. E questo effetto lo trovava sempre m un gaio e colorito motivo centrale, una figurina di donna effervescente e dai colori luminosi che calanutava lo sguardo del passante.  Suoi manifesti celebri sono: La Jolie Jardinière (1891); Olympia (1892); Vin Mariani (1894); Job (1895); Quinquina. Dubonnet (1895); Pastillet Poncelet (1896). Chéret lavorò anche per l'editore Albert Lang, il fondatore del settimanale politico-satirico "Simplizissimus", di Monaco, per il quale disegnò una bellissima copertina per l'edizione tedesca di "Parisiennes" di Marcel Prévost.
(Venturini Nestore, Drink posters,  Franco Muzzio Editore, Padova 1988)

Leading lithographer; set up his own shop, specializing in posters, in 1866 (in 1881 this shop became part of thè Imprimerie Chaix, publishers of Les Maìtres de l'Affiche), after selling shop, continued doing commerciai graphics, but also paintings, tapestry cartoons, etc., combining rococò grace and modern Parisian elegance, created a true poster style (rather than imitation of oil paintings), first major poster artist to draw directiy on lithographic stone.
(Appelbaum Stanley, The complete "Masters of the Poster",  Dover Publications Inc., New York 1990)

"Uomo di litografia" sviluppa la sua conoscenza con studi tecnici in Inghilterra. Già alla fine degli anni '50 dell'800 dà alle stampe le sue prime prove cromolitografiche. Debitore nei confronti della pittura francese del '700, memore di Fragonard, trasferisce nel manifesto il principio della "belle epoque" e contribuisce a consolidarlo. Fonda l'officina (che sarà poi) Chaix dove, come direttore artistico, produce gli storici manifesti e coltiva un'ottima scuola di disegnatori applicati alla cromolitografia. Troveremo con lui gente del calibro di Meunier o Guillaume. Sarà anche decoratore, ma è nell'illustrazione il suo principale operare. Tra manifesti, "copertine-manifesto" (che si affermeranno grazie a lui), illustrazioni per libri, menù, cartoline e spartiti, è una fucina interminabile di produzione. Suoi disegni si trovano nelle migliori riviste francesi come L'Assiette au beurre, Le Rire, Cocorico. Con Casino de Paris, Saxoléine e tanti altri esempi, è, insieme a Toulouse Lautrec, il maestro a cui tutti i cartellonisti, in qualche modo, saranno debitori. 
(AA.VV., Nei dintorni di Dudovich, Catalogo della mostra, Modiano, Trieste 2002)  

 


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