Giacomo Balla

Torino 1874 – Roma 1958  

Pittore divisionista. Nel 1910, a Roma, è uno dei cinque firmatari dei manifesti relativi alla pittura futurista e fino al 1920 la sua intensa attività di artista sarà la testimonianza della continuità del futurismo in quegli anni. Alla fine degli anni Venti prende parte, a Imola, alla Grande mostra d'arte futurista e, a Torino, alla Prima mostra d'architettura futurista. Nel 1929 è tra i firmatari del "Manifesto dell' aeropittura futurista". Nel 1930 è presente tra i futuristi alla XVII Biennale di Venezia. Nel 1931 partecipa alla I Quadriennale d'arte nazionale e alla I Mostra di aeropittura presso la galleria "La Camerata degli Artisti" a Roma, mentre nel 1932 è a Parigi per la mostra Enrico Prampolini et les aeropeintres futuristes italiens presso la "Galene de la Reinaissance".
(Mughini G., Scudiero G.,  Il manifesto pubblicitario italiano,  Nuova Arti Grafiche Ricordi, Milano 1997)

(1871-1958). Nato a Torino, scopre l'impressionismo e il neoimpressionismo a Parigi. Insegna la sua tecnica, ereditata dal divisionismo, a Boccioni e a Severini intorno al 1901-1902. Insieme con loro firma, nel 1910, i due manifesti dei pittori futuristi. Nelle sue opere «simultaneiste» attende alla scomposizione del movimento, dedicandosi nel contempo a ricerche sulla luce da cui trarrà origine una serie di tele rigorosamente astratte. Iniziato allo spiritismo, prolunga la «pittura metafisica» proponendosi di trasporre direttamente sulla tela uno «stato d'animo» o un'emozione fuggevole senza alcun riferimento esteriore. Firmerà infine il manifesto dell'aeropittura che annuncia la misteriosa freddezza meccanica di Klapheck.
(Gibson Michael, Il simbolismo, Taschen, Koln 1997)

Risiede a Roma dal 1895, dove ha come allievi Boccioni e Severini. Nel 1910 firma il Manifesto
dei pittori futuristi e la Pittura futurista - Manifesto tecnico, e in seguito scrive Il vestito antineutrale (1914), Ricostruzione futurista dell'universo con Depero (1915) e il Manifesto del colore (1918). Nel'12 decora la casa Lowenstein a Dusseldorf, ed è presente alle principali esposizioni del gruppo fino all'inizio degli anni trenta, segnando una continuità tra primo e secondo futurismo. La sua intensa attività si estende dalla pittura, al cinema (nel '16 firma il manifesto relativo e collabora al film Vita futurista}, alla scenografia (Feu d'artifice. Balletti russi di Diaghilev, 1917), alla decorazione ambientale (Bal Tic Tac, 1921), all'arredo e all'abbigliamento. Dopo aver sottoscritto nel '31 il manifesto dell'aeropittura, dalla metà degli anni trenta si allontana dai futuristi.
(AA.VV., Il Futurismo a Milano, Mazzotta, Milano 2002)

Comincia fin da giovane a dipingere e a disegnare e verso il 1890 si iscrive all'Accademia Albertina di Torino, dove conosce Pellizza da Volpedo. Nel 1895 si trasferisce con la madre a Roma. Qui dipinge soprattutto ritratti di nobili romani. In questo periodo conosce D. Cambellotti, R. Agostini e S. Macchiati, con il quale nel 1900 soggiorna per un breve periodo a Parigi per svolgere l'attività di illustratore. Qui si interessa alla tecnica pittorica divisionista e alla pittura di Seurat. Dal 1899 espone assiduamente alle mostre della Società Amatori e Cultori di Belle Arti. Nel 1903 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia. In questi anni, si dedica anche al paesaggio, continuando però a frequentare il ritratto, descrivendo con pennellate rapide e veloci, secondo la tematica del pointillisme francese, sia le immagini di artisti e di amici sia di uomini comuni. Nel 1910 conosce Marinetti, aderisce pienamente al futurismo e sottoscrive, insieme a Carrà, Boccioni, Russolo e Severini, il Manifesto dei Pittori Futuristi e Pittura Futurista-Manifesto Tecnico. Nel 1911 inizia i primi studi di automobili in corsa e nel 1912 dipinge a Montepulciano Dinamismo di un cane al guinzaglio, l'opera con la quale inizia a studiare a fondo il movimento dinamico. Nel 1913, con pieno spirito futurista, rinnega il suo passato pittorico, mettendo all'asta tutte le sue opere figurative. Partecipa a tutte le mostre indette dal gruppo futurista a Roma, Rotterdam, Berlino e Firenze. È in questo periodo che Balla si dedica allo studio della velocità e del volo degli uccelli, raggiungendo soluzioni astratte in cui l'oggetto lascia il posto al solo movimento. Il chiaroscuro, nel suo evolversi, crea la successione, la velocità. Nel 1914 partecipa all'attività interventista realizzando una serie di quadri futuristi per le manifestazioni patriottiche e scrive i manifesti II Vestito Antineutrale e, insieme a Depero, Ricostruzione Futurista dell'Universo. Collabora, nel 1916, al periodico fiorentino "L'Italia futurista" e firma, con Marinetti, Girra, Corra e Settimelli, il Manifesto della Cinematografia Futurista. In questi anni realizza anche scenografie futuriste, mobili e oggetti di arredamento. Nel 1921 entra nella direziono del settimanale "Roma futurista" e, nel 1925, partecipa con Prampolini e Depero alla "Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes". Nel 1929 sottoscrive con Depero, Fillia, Marinetti, Prampolini e altri, il Manifesto dell'Aeropittura. Partecipa nel 1936 alla mostra "Cubism and Abstract Art" a New York. In questi anni Balla comincia a interessarsi sempre di più alla realtà nuda e cruda che lo allontana progressivamente dal Movimento Futurista fino a un vero e proprio distacco nel 1937. Incomincia a dipingere paesaggi della campagna romana e nature morte con fiori. Fra il 1948 e 1951 partecipa ad alcune mostre storiche sul futurismo. Nel 1952 dipinge il suo ultimo ritratto; infatti in quel periodo si ammala e resta infermo per lungo tempo. Riprende a lavorare solo nel 1954, dipingendo nature morte e paesaggi fino al 1958, anno della sua morte.
Cat., Il colore del lavoro,  mostra Milano, Torino, Piacenza, Electa, Milano1991

 


1916

 


1916

1918 ca

1921

 


1933
(Balla e Somenzi)