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Leopoldo Metlicovitz 1

  Trieste 1868- Pontelambro 1944


Con Dudovich ed Hohenstein costituisce il trio dei maggiori cartellonisti dell'epoca d'oro del manifesto italiano (1890-1915). Lavora a lungo a Milano per Ricordi creando alcuni tra i più significativi manifesti del tempo, molti dei quali dedicati all'automobile. Nel 1925 realizza per la Fiat il noto ed efficace bozzetto per la 509 dove la vettura, su uno sfondo di alte fiamme, viene sollevata da una gigantesca mano che spunta dallo stabilimento del Lingotto. Artista eclettico è illustratore di cartoline, di spartiti, di libri, di riviste, di figurine (Liebig) e di francobolli; è anche scenografo e pittore paesaggista.
(Cat.,  Il manifesto FIAT 1899 - 1965, a cura di A. C. Quintavalle, mostra GAM Torino, Ed. GAM, Torino 2001)

Cartellonista e pittore di pregio. Nel 1882 inizia il suo apprendistato come aiuto litografo presso una tipografia di Udine. Nel 1892 inizia la feconda collaborazione con le Officine Grafiche Ricordi, dapprima in veste di direttore tecnico, poi, presumibilmente attorno al 1897, producendo disegni propri. Vanta una notevole produzione di manifesti per Mele, ma realizza anche cartoline postali e manifesti di vario genere, come quello per il concorso dell'inaugurazione del Sempione, nel 1906, per il quale ottiene il primo premio. Si distingue nell'ambito della pubblicità di opere teatrali, avvalendosi anche dei personali rapporti di amicizia con i maggiori musicisti dell'epoca, fra cui Puccini.
(Mughini G., Scudiero G.,  Il manifesto pubblicitario italiano,  Nuova Arti Grafiche Ricordi, Milano 1997)

Con Dudovich e Hohenstein (che fu maestro di entrambi), Metlicovitz rappresenta la massima espressione dell'arte cartellonistica italiana. Collaborò strettamente con le Officine Grafiche Ricordi dal 1891 sino agli anni della prima guerra mondiale, quando iniziò a disegnare anche manifesti cinematografici. In seguito, durante gli anni del suo soggiorno sudamericano (1922-1930 ca.), contribuì alla creazione di filiali della tipografia milanese in quei Paesi. L'influenza iniziale di Hohenstein fu decisiva nella formazione pittorica di Metlicovitz; lo si riscontra in alcuni suoi lavori iniziali nei quali compare una comice floreale che circonda un soggetto trattato analiticamente. Dal 1900-1902 l'artista triestino si indirizza verso il Realismo impressionista, talvolta permeato di elementi classici (es. «Esposizione Internazionale di Torino 1911»), creando numerosi capolavori di grafica pubblicitaria. La sua predisposizione a scegliere la cromia più naturale ed efficace gli permise di adattarsi a ogni tipo di soggetto (commerciale, turistico, opere liriche e manifestazioni). Da sottolineare il buon numero (una ventina) di cartelloni realizzati per i magazzini napoletani di moda E. & A. Mele, tutti di sorprendente qualità pittorica.
(AA.VV., Catalogo Bolaffi del Manifesto Italiano, Giulio Bolaffi Editore, Torino 1995)   

Comincia ad occuparsi di litografia e di grafica applicata sin da giovane.  Nei primi anni '90 dell'800 opera a Milano da Tensi e, in seguito, da Ricordi. Forma con Mataloni e Hohenstein un formidabile trio di maestri che, oltre  a segnare la nascita del moderno manifesto pubblicitario italiano, saranno  il  "cuneo" che  farà della Ricordi  la  maggior casa produttrice di pubblicità  del periodo. Sue le indimenticabili campagne promozionali per i Magazzini Mele di Napoli e suoi alcuni fra i migliori manifesti di fine '800 e primi '900 prodotti in Italia ('Distillerie Italiane, 1897, Cabiria, 1914). Si può considerare lo storico maestro del concittadino Dudovich che da lui apprese i rudimenti tecnici (e si ispirò nell'arte) del disegno per l'affiche. Metlicovitz ebbe  un'ottima produzione pittorica che sfiorò, in qualche momento, una tendenza  divisionista.   
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Pagine: 1(fino al 1903) - 2(1904-1907) - 3(1908-1910) - 4(1911-1920) - 5(1921-1944)