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Adolph Hohenstein 1

St. Petersbourg 1854 - Bonn 1928


Nel 1890 si trasferisce a Milano dove collabora alle Officine Grafiche Ricordi prima come litografo, poi come direttore artistico. Lo stretto legame dell'azienda milanese con il mondo della musica italiana, ed in particolare della lirica, lo portano alla progettazione di alcuni capolavori ispirati alle opere di Puccini: "La Bohème", "Tosca", "Madame Butterfly" e di Mascagni: "Iris". In breve acquista la meritata fama di grande cartellonista, nella linea francese di Cheret, ma non mancano gli spunti originali. Nel 1906 si trasferisce in Germania dove abbandona la grafica per la pittura. Le ultime notizie che lo riguardano risalgono al 1924, quando viene ritenuto ancora in vita dai curatori dell' "Algemeines Lexicon der bildenden Kuenstler" stampato a Lipsia.
(Mughini G., Scudiero G.,  Il manifesto pubblicitario italiano,  Nuova Arti Grafiche Ricordi, Milano 1997)

Di origine russa, Adolfo Hohenstein si formò come pittore e disegnatore in un periodo in cui il manifesto pubblicitario stava appena nascendo. Abilissimo incisore litografo, operò presso le Officine Grafiche Ricordi a Milano, divenendone il direttore artistico dal 1890. Ebbe per allievi, nella medesima tipografia, Marcelle Dudovich e Leopoldo Metlicovitz; insieme a questi artisti è reputato uno dei grandi del manifesto italiano dell'epoca d'oro (1895-1915). I circa 40 manifesti da lui firmati sono in gran parte considerati dei capolavori di grafica dell'epoca, dalle evidenti influenze stilistiche floreali dell'Ari Nouveau francese e dello Jugendstil tedesco. Tra le caratteristiche del suo disegno risaltano il sapiente contrasto di luci e ombre, l'uso di colori netti e marcati, la raffinatezza delle sue figure. I soggetti da lui illustrati spaziano dalle opere liriche (quasi tutte di grandissima importanza storico-musicale), alle pubblicità commerciali,  alle  esposizioni  (celebre  il  cartello per le Onoranze a Volta del 1899).
(AA.VV., Catalogo Bolaffi del Manifesto Italiano, Giulio Bolaffi Editore, Torino 1995)   

Pittore interno alla Ricordi, le sue prime prove risalgono alla fine degli anni '80 dell'800, è il maestro dell'arte muraria che con Mataloni e Metlicovitz inizia la storia del manifesto pubblicitario italiano. Dalle sue mani nascono alcuni capolavori come Tosca o Iris (1898/1899). Prolifico illustratore, si dedica, sempre per Ricordi, a copertine e reclame di musica, ma disegna numerosi cartelloni pubblicitari dove il realismo ottocentesco va in simbiosi con il liberty e con elementi mitologici, la cui origine è da ricercarsi nella cultura tedesca stuckiana. Pietre miliari sono i cartelloni per Il Corriere  della  Sera  (1898) o Il Resto del Carlino (1898) o il Bitter Campari (1901). A lui, come a Metlicovitz, è debitore Dudovich nel periodo della sua formazione. 
(AA.VV., Nei dintorni di Dudovich, Catalogo della mostra, Modiano, Trieste 2002)  


1885 ca
Hohenstein & Metlicovitz 10x3 m

 


1892 ca

 

1895


1895

1895 ca

1895 ca


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1898 ca


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Cassa Nazionale Pensioni


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Pagine: 1(fino al 1899) - 2(1900-1906)