Adolfo De
Carolis
Montefiore dell'Aso 1874 - Roma 1928
Pittore, incisore, illustratore, cartellonista.
Dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti di Bologna, si trasferisce
nel 1892 a Roma per frequentare la Scuola di decorazione pittorica annessa
al Museo Artistico Industriale. Partecipa attivamente alla vita culturale
della capitale,
aderendo al gruppo "In Arte libertas" ed inizia in quegli anni un'intensa
produzione interessata soprattutto al paesaggio, praticando tutte le tecniche:
olio, tempera, guazzo, disegno a matita e carboncino, incisione e decorazione
a fresco . Dal 1899 espone alla Biennale di Venezia. Ottiene l'insegnamento
dell'Ornato all'Accademia di Firenze nel 1901 e da quell'anno inizia un
lungo periodo di collaborazione con D'Annunzio, per il quale illustrerà
con xilografie e disegni l'edizione di numerosi testi e curerà la scenografia
di testi teatrali, tra cui Francesca da Rimini (per la quale eseguirà
anche il manifesto e l'illustrazione del volume del 1902), La Figlia di
Iorio (xilografie per il volume del 1904, manifesto e scenografia per
la rappresentazione del 1906), La fiaccola sotto il moggio, Fedra, Alcione,
e, nel 1917, Notturno. Tra le tante edizioni di pregio che riportano le
sue illustrazioni, numerose opere di Moretti, Covoni e Pascoli (con quest'ultimo
collaborerà costantemente). Dal 1917 insegna all'Accademia di Belle Arti
di Bologna e, dal 1924, Scenografia e Decorazione all'Accademia di Roma.
Se il suo principale impegno artistico è rivolto alla decorazione di ambienti
pubblici, talora eseguite assieme ad un allievo romagnolo, Antonello Moroni
di Savignano (il grande affresco del Palazzo del Podestà a Bologna, iniziato
nel 1911 e che lo impegnò per lungo tempo, la decorazione dell'Aula Magna
dell'Università di Pisa, 1916-20, la Sala del Consiglio provinciale di
Arezzo, 1922, il soffitto della cappella di San Francesco nella Basilica
del Santo a Padova, 1926, il Palazzetto Veneto a Ravenna) ed alla illustrazione
di testi librari. Numerosi sono i cartelloni pubblicitari e bozzetti per
cartoline commemorative che portano la sua firma. La sua pittura, permeata
di un sapiente gusto accademico, ma con inclinazioni per un liberty classicheggiante
attento al preraffaellismo ed improntata ad una magniloquenza di stampo
neorinascimentale, quando viene trasposta in cartellone o in cartolina,
risolta con grande mestiere ed ineffabile eleganza, manca spesso di quella
immediatezza che il linguaggio pubblicitario richiede, anche quando riferito
a situazioni ideologicamente retoriche. I manifesti di De Carolis sono
così "costruzioni letterarie", preziose decorazioni dai capziosi contenuti,
la cui raffinatezza talvolta neutralizza la capacità di rendere in maniera
icastica l'idea o il messaggio da trasmettere. Tra i suoi manifesti più
celebri: "Feste città di Faenza 1908", "Biennale di Venezia 1909", "Esposizioni
riunite marchigiane 1914", "Rimini - Putto e cimiero malatestiano" (1921),
"Mostra nazionale di frutticultura - Massalombarda 1925". Nell'estate
1913 è al lido di Rimini per partecipare come giurato alla IV Mostra d'arte.
(Cat., Il mare di Dudovich, Fabbri Editori, Milano 1991)
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