Plinio Codognato - 1
Verona 1878 - Milano 1940
Pittore, grafico e cartellonista. È allievo di Mosè
Bianchi all'Accademia Cignaroli di Verona. Si dedica alla grafica pubblicitaria
a partire dal 1904 (manifesto per la Fiera di Verona); trasferitesi a
Milano nel 1919, si specializza nella reclame 'motoristica' e viene definito
«il cantore della velocità» per il fascino che esercitano su di lui tutti
i mezzi di trasporto e per la bravura con cui realizza circa cento cartelloni
riguardanti auto, moto e motoscafi, tutti caratterizzati da colori molto
vivaci uniti alla ricerca della sintesi e del senso della velocità. Il
suo nome è legato principalmente alla Fiat con la quale collabora per
oltre vent'anni, creando alcuni manifesti considerati dei veri capolavori
in campo pubblicitario come il Fiat in pista (disegnato nel 1923 dopo
le vittorie della vettura tipo 804 al Gran Premio di Francia pilotata
da Felice Nazzaro ed al Gran Premio d'Italia guidata da Pietro Bordino);
come il Centauro che, sovrastando il Lingotto, solleva con una mano la
509; e come il Piedistallo su cui poggia la 514. Il più noto cartellone
di Codognato è senza dubbio il Balilla nel quale la figura del ragazzino
fascista predomina rispetto all'immagine della vettura posta in secondo
piano.
(Cat.,
Il manifesto FIAT 1899 - 1965, a cura di A. C. Quintavalle, mostra
GAM Torino, Ed. GAM, Torino 2001)
Cartellonista e grafico pubblicitario. Compie i suoi studi presso l'Accademia Cignaroli
di Verona, allievo di Mosè Bianchi. Nel 1905 ottiene la medaglia d'oro e il premio
"Ricordi" alla I Esposizione d'Arte nella Pubblicità. Nel 1919 inizia la sua
collaborazione con i maggiori stabilimenti grafici di quel periodo, in particolare
con le Arti Grafiche Cohen, le Officine Ricordi, l'Agenzia Gros-Monti, l'Istituto di Arti Grafiche
di Bergamo. E' stato definito "il cantore della velocità" nel manifesto pubblicitario, per
il fascino esercitato su di lui dai nuovi mezzi di trasporto (auto, treni, motociclette).
(Mughini
G., Scudiero G., Il manifesto pubblicitario italiano, Nuova
Arti Grafiche Ricordi, Milano 1997)
Studiò
alla scuola veronese Brenzoni, divenendo in seguito allievo del pittore Mosé
Bianchi, ma abbandonando ben presto la pittura per l'illustrazione
pubblicitaria, a cui si dedicò per oltre 35 anni, creando quasi 150 manifesti
di carattere commerciale e sportivo. Si distinse nel 1904 con un vivace
cartellone
per
la Fiera dei cavalli di Verona (utilizzato per diversi anni) e con una serie di
interessanti soggetti per le rappresentazioni teatrali all'Arena. Mostrò
frequentemente una grafica umoristica che ne avvalora l'adesione ai
contemporanei modelli pubblicitari di Cappiello e Mauzan (cfr. entrambi). Lavorò
per molti marchi di rilevanza internazionale (Pirelli, Campari, Cinzano, ecc.),
ma soprattutto fu uno dei più abili ideatori di manifesti per la Fiat nel corso
degli anni Venti. In quel periodo affinò progressivamente il proprio stile,
avvicinandosi a linee di vaga ispirazione futurista.
(AA.VV., Catalogo Bolaffi del Manifesto Italiano, Giulio Bolaffi Editore,
Torino 1995)
Allievo d'accademia, ebbe come maestro Mosè
Bianchi. Sfuggì dalla pittura tout court per occuparsi di grafica applicata
alla pubblicità. Nella sua città curò manifesti sia per fiere di cavalli che
per spettacoli dell'Arena. Mostrò un'attenzione particolare al colore e a
motivi di ispirazione storica, ma fu anche caricaturista. Collaborò, durante la
prima guerra, alla Tradotta. Disegnò
opere pubblicitarie, cartoline, mostrò esseri grifagni, si applicò
all'illustrazione militare. La sua produzione pubblicitaria è molto vasta e,
segnatamente, lavorò per Campari, Pirelli e Cinzano. Né si possono
dimenticare sue efficaci esecuzioni per la Fiat.
(AA.VV., Nei dintorni di Dudovich, Catalogo
della mostra, Modiano, Trieste 2002)
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