Guido Marussig
Trieste
1885 – Gorizia 1973
Poeta, pittore, grafico, scenografo, cartellonista,
decoratore e architetto. Nel 1900 si trasferisce a Venezia dove frequenta
i corsi di decorazione presso 1' Accademia di Belle Arti sotto la guida
di Augusto Sèzanne e Ettore Tito. Nel 1905 è ammesso, ancora studente,
alla Biennale. Subito dopo la guerra è a Milano, dove cura la scenografia
e i costumi per la "Nave" di Gabriele D'Annunzio. In questo periodo intensifica
la sua attività di grafico, producendo una numerosa serie di cartelloni,
e di illustratore, collaborando con riviste come "Dedalo" e "L'Illustrazione
Italiana". Si occupa anche di decorazione (vetrate mosaici) e di
scenografia ("II Crepuscolo degli Dei", "Il Nabucco". "I Maestri
Canfori di Norimberga"), dove si avverte, forte, l'influenza di Prampolini.
Nel 1922 fa parte del direttivo del gruppo dei sette pittori di "Novecento",
fino al 1925. Insegna decorazione all'Accademia di Belle Arti di Panna
e nel 1938 ottiene la cattedra a Brera.
(Mughini
G., Scudiero G., Il manifesto pubblicitario italiano,
Nuova Arti Grafiche Ricordi, Milano 1997)
Dopo aver studiato all'Accademia di Belle Arti di
Venezia, espose per ben diciassette anni alle biennali. Pittore e incisore, fu
uno dei grandi illustratori dei periodici d'arte «L'Eroica» ed «Emporium».
Nei suoi manifesti, tutti eseguiti negli anni Venti, traspare la mano dello
xilografo. Di grande interesse i cartelli per le macchine per scrivere Kotziam e
per le cinghie Pirelli, entrambi di notevole efficacia persuasiva
(AA.VV., Catalogo Bolaffi del Manifesto Italiano, Giulio Bolaffi Editore,
Torino 1995)
Poliedrico artista, si occupa di grafica applicata,
di architettura e design, Marussig seguirà D'Annunzio nell'impresa fiumana e
sarà uno dei suoi pittori e scenografi. Ricca la sua produzione nei diversi
campi applicati: cartoline e manifesti, alcuni straordinari per le scelte
grafiche, sicuramente di influenza tedesca, come nel caso di Kotzian (1925) o
Cinghie Pirelli (1922 ca.). Più tardi si inserirà, pur lavorando soprattutto
in scenografia, in una dimensione novecentista optando per una grafica di
ricerca volumetrica.
(AA.VV., Nei dintorni di Dudovich, Catalogo
della mostra, Modiano, Trieste 2002)
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