Erberto Carboni
Parma 1899 - Milano 1984
Si laurea in architettura all'Accademia di Belle
Arti di Parma. Nel 1932 si trasferisce a Milano dove collabora, come libero
professionista, con lo Studio Boggeri e con l'Ufficio Pubblicità e Sviluppo
della Olivetti. Nel 1934 è tra i curatori della Mostra dell'Aeronautica
alla Triennale di Milano, nel 1937 partecipa all'Esposizione Internazionale
di Parigi. Collabora a numerose riviste tra cui "Emporium" (1927). Nel
1950 ottiene il Premio Nazionale della Grafica Pubblicitaria e nel 1952
la Palma d'oro della pubblicità. Fra le sue realizzazioni più note ci
sono le sigle "TV" e "RAI". Autore di quattro volumi sulla pubblicità
e l'allestimento, è citato nelle più importanti pubblicazioni del settore.
(Mughini
G., Scudiero G., Il manifesto pubblicitario italiano,
Nuova Arti Grafiche Ricordi, Milano 1997)
Architetto
di grande notorietà internazionale, Carboni ha alternato la professione
all'opera di grafico pubblicitario creando numerosi cartelloni. Il suo primo
manifesto noto risale al 1921. È proprio in quegli anni che Carboni
realizza
le cose migliori, sfruttando un'originale tecnica di collage che, unita
all'influenza stilistica delle avanguardie, gli permette di dare vita a forme di
grandissimo fascino e modernità. Proseguendo la propria ricerca verso la
sperimentazione, Carboni si rivolgerà, tra i primi in Italia insieme a Boggeri,
Xanti e altri ancora, ai fotomontaggi pubblicitari, sicuramente innovativi per
l'epoca. Nel dopoguerra l'attività pubblicitaria dell'artista parmense viene
progressivamente estesa dal cartellone alle intere campagne globali. Di rilievo
i lavori per Bertelli e Barilla, nonché l'allestimento di mostre, fiere e la
creazione di marchi industriali (suo il logotipo della RAI-TV).
(AA.VV., Catalogo Bolaffi del Manifesto Italiano, Giulio Bolaffi Editore,
Torino 1995)
Emerse da un segno che, ricordando gli
stilemi decò, si volse ad una geometrizzazione
post-futurista. In tal modo interpretò i diversi soggetti che
venne ad inventare nelle sue collaborazioni grafiche per il teatro, per
l'illustrazione di libri e riviste come Donna, Dramma o Lidel. Sue copertine
compaiono sulla Rivista Illustrata delle Tre Venezie e su L'Ufficio Moderno La
Pubblicità (negli anni '30). Numerosi ed innovativi i suoi cartelloni. Usò la
fotografia. Negli anni '40 e '50 fu uno dei massimi pubblicitari italiani.
(AA.VV., Nei dintorni di Dudovich, Catalogo
della mostra, Modiano, Trieste 2002)
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