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Aroldo (Aldo) Bonzagni

Cento (FE) 1887 Milano 1918


Compiuti gli studi a Milano, divenne amico di Boccioni e fu tra i firmatari del primo manifesto della pittura futurista (1910), ma si orientò subito dopo verso una figurazione di matrice espressionistica prediligendo i dipinti con temi simbolisti o con scene e vita mondana e dedicandosi anche alla vignetta satirica e al manifesto caricaturale. Nel 1914 l'artista collaborò con disegni satirici, di notevole qualità formale, a numerose riviste impegnandosi nella propaganda antitedesca e interventista, ma negli anni della guerra sia i disegni sia la pittura di Bonzagni si volgono a raffigurare in toni sempre più amari e drammatici gli aspetti antiretorici della vita militare e la miseria della popolazione più umile.
(
Philippe Robert, Il linguaggio della grafica politica, Mondatori, Verona 1981)

Nasce a Cento di Ferrara il 24 settembre 1887. Nel 1906 si trasferisce con la madre a Milano dove segue il corso di Cesare Tallone all'Accademia di Brera. In questo periodo conosce Carrà, Funi, Carpi e altri giovani artisti desiderosi di trovare nuove vie e nuovi impulsi nell'arte. Le sue prime esperienze pittoriche muovono da un'attenta analisi dell'arte di Klimt, in cui i motivi naturali sono espressi in forma incantata, sfumati dai toni cromatici. Nel 1909 conosce Boccioni, al quale sarà legato a lungo da un'importante e solida amicizia. In questo periodo aderisce ai primi atti del futurismo, spinto però solo dal desiderio di cambiare e risvegliare le menti da una stanca e annoiata cultura artistica. In seguito non accetta di sottoscrivere il Manifesto Tecnico del 1910, poiché non condivide la linea formale e stilistica del Movimento. Nel 1910 partecipa aU'"Esposizione Internazionale" di Bruxelles. Umorista e ironico, Bonzagni si dedica spesso al disegno satirico e caricaturale, che lo rende un personaggio pubblico, e come tale affronta da protagonista ed edonista il suo ruolo. Nel 1911 espone, in una sartoria di via Dante a Milano, cartelloni satirici che provocano grande scalpore tra la critica e il pubblico. Nel 1912, e ancora nel 1914, è invitato a esporre alla "X Biennale" di Venezia. In questo periodo inizia la sua collaborazione con il periodico umoristico "El Zorro", che pubblica i suoi disegni di satira sociale e politica, e collabora anche come critico d'arte con alcuni giornali. La sua pittura, come l'illustrazione grafica, è diretta e incisiva, un reportage di vita, di fatti e avvenimenti: personaggi della strada, dei bar, dei salotti. Nel 1915 realizza una raccolta di disegni dal titolo Gli Unni e gli altri e illustra con undici schizzi I dieci comandamenti. Sempre quest'anno tiene una personale al Palazzo delle Aste di Milano e diventa corrispondente ufficiale del "Giornale d'Italia" che si pubblica a Roma. Nel 1917 viene eletto membro onorario della Società delle Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano. Non bisogna dimenticare anche la sua attività come creatore di moda, perché gli abiti e la moda per la loro superficialità rappresentano un passaggio obbligato per la sua ironica descrizione della società. Muore a Milano per un attacco di febbre spagnola il 30 dicembre 1918.
Cat., Il colore del lavoro,  mostra Milano, Torino, Piacenza, Electa, Milano1991

 


1910
 

 


1915